FULVIO BIANCATELLI | DA CESURE A SUTURE

Cosa accade quando lo scarto diventa opera d’arte? Quando la “ferita” si trasforma in bellezza?

Dal 23 al 30 novembre, la nostra galleria ospita “Da cesure a suture“, un’esposizione che esplora un percorso di trasformazione, un ciclo di cambiamento e rinascita. Le 26 opere di Fulvio Biancatelli, architetto romano classe 1957, realizzate con scarti industriali e materiali di recupero, presentano un mondo di contrasti: ordine e caos, bellezza e decadenza, memoria e presente.

Biancatelli si inserisce con raffinatezza nel filone artistico del recupero, dialogando idealmente con maestri come Michelangelo Pistoletto, Alighiero Boetti e Giuseppe Penone, che hanno scelto di lavorare con materiali considerati “bassi”, come terra, pietre, legno e stoffe, spesso rinvenuti o recuperati. Le sue opere, una sorta di sculture da parete realizzate con materiali industriali dismessi – ferro, rame, plastica e bulloni – riscattano la loro origine umile, trasformandosi in potenti simboli che sollevano interrogativi sulla produzione di massa, il consumo e il rapporto tra l’uomo e l’ambiente. Particolarmente interessante è il suo “Elogio al Vinavil” un manifesto artistico in cui Biancatelli non solo celebra la lentezza, la pazienza e la capacità di trasformare, ma si descrive anche in modo evocativo. Questo testo funge da biografia e autoritratto, rivelando il processo creativo che si cela dietro le sue opere e sottolineando l’importanza di ogni singolo elemento, anche il più insignificante. Così, il testo risuona profondamente con la filosofia artistica dell’artista, basata sulla trasformazione e il riutilizzo, e si integra perfettamente con il messaggio della mostra che siamo entusiasti di inaugurare. 

“Il Vinavil è come una persona timida” afferma l’artista, “ha bisogno di tempo per rivelare la sua vera natura. Ma una volta che ha trovato la sua forma, diventa indissolubile e trasparente.”

Ogni opera è un microcosmo che invita a un’osservazione attenta. Non semplici assemblaggi, ma vere e proprie metafore della vita: la ruggine simboleggia il tempo, le cicatrici della materia riflettono fragilità e rinascita. Biancatelli trasforma questi materiali in un linguaggio personale, indagando la cultura dello scarto e del recupero, ma anche la fiducia nel cambiamento. La sua arte diventa così un catalizzatore di rinnovata consapevolezza.

La mostra inaugura sabato 23 novembre alle ore 18.30, resterà visitabile fino al 30 novembre 2024 negli orari di galleria. Ingresso libero.
Riferimenti organizzativi: Paola Valori +39 347 0900625

FULVIO BIANCATELLI | DA CESURE A SUTURE — MICRO | Arti Visive